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E’ tempo di feste e sagre… associazioni e volontari come imprese alimentari!

Temporanee sì, ma con regole precise

L’estate si avvicina e le feste popolari sagre paesane saranno un’ottima occasione per uscire di casa e vivere il territorio con le sue tradizioni e i suoi prodotti tipici.

Il cibo e i piatti tipici sono certamente la principale attrattiva dove volontari di ogni estrazione si vestono da  esperti cucinieri, quasi come fosse una competizione a chi riproduce al meglio una ricetta o una specialità, in cucine da campo allestite in piazza o in campi sportivi, in tensostrutture, sotto gazebo improvvisati o, nella migliore delle ipotesi, in palafeste meglio organizzate.

Manifestazione temporanea e impresa alimentare: dove sta la differenza?

L’articolo 3 del Regolamento (CE) 178/02 definisce impresa alimentare “ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che svolge una qualsiasi delle attività connesse ad una delle fasi di produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti”.

Quindi dove sta la differenza tra una manifestazione temporanea in cui si prepara e somministra cibo ed un ristorante? entrambe sono un’impresa alimentare e, come tali, devono rispondere ai requisiti igienico sanitari previsti dal Regolamento (CE) n.852/2004 per le attività di preparazione e somministrazione di alimenti, anche se hanno carattere temporaneo come le sagre.

L’allegato II del Regolamento citato, al capitolo III riporta “Requisiti applicabili alle strutture mobili e/o temporanee (quali padiglioni, chioschi di vendita, banchi di vendita autotrasportati), ai locali utilizzati principalmente come abitazione privata ma dove gli alimenti sono regolarmente preparati per essere commercializzati e ai distributori automatici”.

Cosa fare?

Le normative di riferimento del c.d. Pacchetto Igiene, dettano in modo puntuale chiari requisiti da rispettare per garantire un’igiene adeguata, applicabili anche alle strutture mobili: servizi igienici, spogliatoi, lavabi per la pulizia e igiene delle mani, erogazione di acqua potabile sia calda che fredda, superfici e materiali idonei al contatto con alimenti, apparecchi che garantiscono la conservazione degli alimenti a temperature adeguate e verificabili.

“Ma siamo volontari non cuochi, abbiamo sempre fatto così e non è mai successo nulla di grave”

Bravi volontari con ottime capacità culinarie da autodidatti non significa avere un’adeguata e sufficiente cultura della sicurezza alimentare tale da evitare o ridurre al minimo la possibilità che si manifestino situazioni di pericolo per gli ospiti.

La probabilità che non accada nulla di grave sarà pur minima, ma non nulla, come possiamo facilmente riscontrare dai media e organi di stampa.

Anche per le sagre e le manifestazioni temporanee di ogni genere è prevista la formazione degli addetti alla manipolazione e somministrazione di alimenti e, in quanto imprese alimentari, risulta necessario provvedere alla redazione del Documento di Autocontrollo basato sui principi H.A.C.C.P. (Hazard Analysis and Critical Control Point).

Considerando che la formazione deve essere svolta in relazione alla mansione svolta, data la temporaneità dell’attività dei loro operatori, i corsi di formazione dovranno essere svolti tenendo conto delle caratteristiche reali delle strutture, impianti, tipologia di preparazioni, modalità del servizio e tutto quanto potrebbe oggettivamente comportare rischi per i consumatori, consapevoli che l’esposizione a possibili contaminazioni è presumibilmente maggiore rispetto ad una struttura dedicata alla ristorazione.

Non avventurarti.

𝓒𝓪𝓻𝓹𝓮 𝓓𝓲𝓮𝓶

Gianpietro Boieri

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