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FACILE O DIFFICILE RAGGIUNGERE LA VETTA?

SCALARE UNA MONTAGNA E’ POSSIBILE MA DIPENDE DALLE SCELTE CHE FACCIAMO PRIMA DI PARTIRE

– i 4 errori da evitare per il successo di un’impresa – 

“La montagna mi ha sempre affascinato e la cima di una montagna è sempre stata per me una meta da raggiungere. Ho iniziato così ad appassionarmi alle escursioni prima a piedi e poi in bicicletta, ma l’obiettivo è sempre stato il medesimo: vincere la sfida di arrivare in cima, alla vetta, godermi il successo dell’impresa.

Quando da ragazzo volevo fare qualche escursione, nonostante le raccomandazioni di chi o era più esperto o si spacciava per tale, ho sempre creduto di poter fare di testa mia, del resto cosa ci vuole se non costanza e tenacia? e così leggevo qualche informazione sul percorso prima di partire e mi affidavo alla segnaletica – a volte carente –  che incontravo nel mio cammino. Il risultato? Nonostante arrivassi quasi sempre alla meta, tardi e stanchissimo, notavo alcune differenze sostanziali tra me e i veri escursionisti: non solo questi ultimi avevano un’attrezzatura adeguata, l’abbigliamento adatto e soprattutto un senso dell’orientamento e dei tragitti, fondamentale per quei luoghi. Soprattutto avevano, a differenza mia,  la capacità di arrivare per tempo, di riposarsi, di godersi il panorama e le bellezze della montagna per poi rientrare senza fretta. Tutto questo era per loro un piacere e una certezza, per me una fatica e una sfida contro me stesso!

Fu allora che decisi di lasciare da parte la mia eccessiva sicurezza nel “sapere sempre cosa fare” e cominciai ad ascoltare, a seguire chi era davvero esperto e mi svelava il segreto del successo, mi indicava i percorsi giusti e l’equipaggiamento adatto. Tutta un’altra storia: finalmente affrontavo l’escursione con sicurezza, programmavo i tempi e sceglievo i tragitti migliori e arrivavo alla meta a volte anche prima, soprattutto mi godevo la montagna e il piacere di aver raggiunto il mio traguardo!

Questa esperienza mi ha dato una nuova consapevolezza così, quando decisi di approcciarmi al ciclismo, prima di fare qualsiasi passo, dall’acquisto della bicicletta, all’abbigliamento, mi sono affidato da subito ai consigli di “esperti”, potendo raggiungere gli obiettivi in tempi decisamente più brevi, con meno spreco di risorse e con il piacere personale di esserci riuscito.”

“Non ci si può improvvisare se si vuole raggiungere un obiettivo”

In oltre 20 anni di attività professionale ho avuto modo di conoscere tantissime realtà aziendali in veste di consulente, auditor o nel ruolo di responsabile commerciale. Ruoli diversi che mi hanno permesso di osservare le aziende da diversi punti di vista, soprattutto di mettere a fuoco le differenze nei processi decisionali, ovvero nella scelta dei percorsi intrapresi per  conseguire un risultato.

Analizzando l’iter decisionale aziendale per rispondere ad un bisogno, per esempio se si deve ottenere una certificazione del sistema qualità, o una certificazione di prodotto, oppure si deve trovare la soluzione ad una non conformità segnalata da un’autorità di controllo, ho sempre riscontrato il ripetersi di 4 errori tipici ma determinanti rispetto al risultato desiderato.

Sono per me una bussola per il successo di un’impresa, sintesi della mia esperienza anche personale e li voglio condividere con voi.

I 4 errori da evitare per raggiungere un obiettivo

  1.  Essere consapevoli del problema e credere di conoscere sempre la miglior soluzione

Quando abbiamo una criticità da affrontare per il successo di un’iniziativa spesso diamo per scontato che la soluzione che abbiamo in testa –  frutto della nostra esperienza – sia l’unica possibile e sia con certezza quella migliore. Se da un lato questo ci consente di velocizzare i tempi decisionali, dall’altro lato ci impedisce di guardare  altre opzioni migliori, con il rischio di scoprirlo troppo tardi, quando ci accorgiamo che l’obiettivo invece che avvicinarsi si allontana. E dunque la “nostra soluzione” è utile si ma per perdere tempo e denaro.

Analogamente in montagna, se da un lato l’obiettivo di raggiungere la vetta è chiaro, la soluzione che mi ero messo in testa “un paio di scarpe comode, seguo la segnaletica e prima o poi arrivo in cima” si è rivelata inadeguata. Avere trascurato informazioni essenziali quali le condizioni del percorso, il grado di difficoltà del sentiero, le condizioni meteo, i tempi stimati di salita e di certamente il confronto con un escursionista esperto, mi avrebbe consentito di arrivare alla cime in meno tempo, in sicurezza, con meno fatica e godermi i benefici della conquista.

 

  1. Non considerare gli impatti che la soluzione pensata comporta

Perseguire un obiettivo, risolvere un problema, comporta quasi necessariamente dei cambiamenti. Se così non fosse non avremmo nulla da cambiare (quindi nessun obiettivo da raggiungere) e nessun problema da risolvere. Troppo spesso ho notato che pianificando le azioni per risolvere un problema ci si focalizza solo ed esclusivamente sul problema specifico, senza ampliare l’analisi al contesto aziendale, ovvero agli impatti derivanti dalla messa in atto dei cambiamenti individuati. Questo errore porta al sistematico incremento dei budget previsto: tempi e risorse lievitano per rincorrere tutto quello che nel frattempo emerge.

Salire in montagna con scarpe da ginnastica, abbigliamento leggero e senza adeguati rifornimenti è possibile, la vetta la raggiungo, ma le conseguenze sono piedi e gambe doloranti, scarpe da buttare, rischio di prendermi un malanno perché arrivando sudato non ho né un cambio né la possibilità di ripararmi dal freddo e non avrò più le forze per rientrare se non ho carburante – ovvero cibo e acqua sufficienti per integrare l’energia necessaria a combattere il naturale affaticamento.

 

  1. Consulenza low-cost

Oggi proliferano professionisti e società di consulenza in ogni settore. Hai un bisogno, fai una ricerca in Google, e hai l’imbarazzo della scelta tra le mille proposte di “salvatori” che hanno la soluzione giusta per te.

“Società leader nei servizi di consulenza per…”, “Esperto con master alla University…”, …bla bla bla… e potrei continuare con tutti i risultati della ricerca online.

Tutti leader: un leader dovrebbe essere colui che “sta davanti”, “quello da seguire”, “l’esempio migliore”, o meglio, così è come lo immaginiamo. Qual è dunque l’elemento discriminante per capire chi sia veramente leader, sulla base di quali requisiti operiamo la scelta?

Tutti esperti: esperienza significa avere fatto concretamente e aver imparato facendo.

Certamente un titolo di studio, un attestato di un master o un’altra riconoscenza ottenuta in un prestigioso Istituto Universitario sono il requisito minimo per un Professionista ma questo non lo qualifica come “esperto”; per quella qualifica occorre l’esperienza in campo, ovvero aver sperimentato, fatto, ragionato, corretto…

E allora non dimentichiamo il criterio dal quale siamo partiti:

SCEGLIAMO IL LEADER O SCEGLIAMO IL MENO CARO?

Come mettiamo a confronto gli “esperti”? Cosa vale di più per noi il preventivo o la proposta? Vince il prezzo più basso o l’offerta di assistenza migliore?

 

Anche nel mio rapporto con la montagna e poi con la bicicletta mi sono trovato al medesimo bivio. Come confrontare attrezzature, scarpe, abbigliamento considerando la quantità di offerta specializzata presente sul mercato? L’acquisto principale per me è stato quello delle scarpe da trekking. Avrei potuto scegliere semplicemente il paio di scarpe al minor prezzo tra le decine esposte (sono tutte da trekking, che differenza ci sarà mai?) oppure verificare le caratteristiche del prodotto, considerare la tipologia dei sentieri che intendevo percorrere, segnalare che sono soggetto a facile formazione di vesciche ai tallone, indicare che odio avere il piede sudato, ecc. Ho optato per la seconda strada, ovvero ho scelto il prodotto la cui proposta rispondeva  alle mie necessità, anche di budget…ho speso qualcosa in più rispetto alla media, ma in nessuna escursione ho avuto problemi ai piedi.

  1. Un unico consulente per tutte le esigenze è comodo ma ….

Da una ricerca in Google una volta ho trovato una società di consulenza che dichiarava testualmente questo: “ci occupiamo noi di tutto ciò che ti serve, ci preoccupiamo di darti il meglio, ti garantiamo la massima resa e qualità, ti facciamo risparmiare tempo con una consulenza a 360 gradi”… Wow!!!! Navigando nel sito non ho trovato alcuna specializzazione: solo“hai un problema nella tua azienda? Rivolgiti a noi e lo risolviamo!”.

La specializzazione è qualcosa che si acquisisce nel tempo, attraverso la focalizzazione su un servizio/prodotto specifico, per poter offrire una soluzione “concreta” al cliente, supportata da competenza, da dati reali sui benefici possibili. Dunque sarò molto diretto:

La “specializzazione a 360 gradi” nella pratica si traduce in “nessuna reale specializzazione”

 

Se in un grande emporio sportivo ho bisogno di chiedere informazioni sulle scarpe da trekking andrò al reparto scarpe, non mi rivolgerò al commesso del reparto biciclette Mountain bike. Sono certo che conoscerà anche lui i problemi e le insidie di una escursione in montagna, molti clienti o amici glieli avranno raccontati, ma sarà specializzato (ovvero formato e concreto conoscitore) nel consigliarmi sulla Mountain bike adatta a me e non sulle scarpe da trekking.

La realtà qual è?

Da un lato ci stanno le aziende che, per continuare ad essere competitive, devono continuamente evolvere per adeguarsi al mercato; devono rispettare le continue e pressanti normative cogenti di settore; devono rispondere puntualmente alle esigenze di clienti sempre più esigenti; dovrebbero (il condizionale è voluto) fare un’ampia analisi del contesto organizzativo, gestionale e finanziario per una maggiore efficienza della loro catena del valore.

Dall’altra parte la “consulenza esperta”, ovvero una miriade di società e di professionisti che si fanno la guerra per accaparrarsi un cliente cui offrire qualsiasi tipo di assistenza, soluzione e sevizio pur di non perderlo e, contemporaneamente essere anch’essi attenti alla loro catena del valore.

L’evidente conseguenza è la molteplicità dei fabbisogni aziendali in termini di specializzazione e competenze e, parallelamente la volontà di essere unico interlocutore di un cliente che non possiamo perdere. Inoltre per entrambi ci sono elementi onerosi: la gestione di consulenze specializzate diversificate comporta un onere organizzativo per l’impresa, dall’altra l’acquisizione di nuova clientela è una fase “critica” e dispendiosa per ogni consulente.

Ho vissuto personalmente queste situazioni: lavorando per una società di consulenza avrei voluto risolvere qualsiasi problema ai miei clienti, dal processo produttivo alla situazione finanziaria, bastava non fare entrare nessun altro che, se più bravo di “noi” avrebbe potuto far decidere al cliente di sostituirci; lavorando invece come auditor per alcune società ho avuto modo di rilevare come troppi problemi nelle aziende rimanessero irrisolti e molti derivassero da soluzioni “aggiustate”, incuranti degli impatti.

Quale soluzione?

Forte della consapevolezza che

non ci si può improvvisare, occorre specializzazione e metodo,

non esiste una ricetta ma esiste un modo per essere professionisti e apportare valore

Parto quindi da me, dalla mia mission professionale

Salvaguardare e far crescere il settore agroalimentare richiede la conoscenza della varietà e della diversità in esso presenti

Faccio riferimento al settore agroalimentare perché questo è il dominio della mia competenza, in esso ho avuto modo di studiare, conoscere e sperimentare; è il terreno sul quale ho più volte esercitato e costruito la mia professionalità, messo in campo e accresciuto la mia esperienza.

Credo nella specializzazione e nel lavoro di squadra, ho quindi creato negli anni una rete di relazioni forti, tanto da essere delle vere e proprie partnership, con professionisti e aziende su tutto il territorio nazionale, tutti capaci di fare la differenza nelle diverse attività e discipline perché agiscono da imprenditori prima che da consulenti. Ciascuno di loro è specialista, ha fatto una scelta di campo.

Affermo che anche la gestione del capitale umano è una specializzazione: una sua corretta gestione realizza un’organizzazione efficiente e contribuisce in modo rilevante a mantenere elevata la capacità competitiva dell’azienda.

Posso aiutarti a fare la scelta giusta e raggiungere la vetta sarà una passeggiata!

Sarei curioso di conoscere anche la tua opinione e la tua esperienza a riguardo. Compila il form di contatto , scrivimi e lasciami i tuoi riferimenti, potrai farmi tutte le domande che vuoi e se lo riterrai utile concordare un appuntamento con me.

Ti aspetto

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